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filosofo tedesco Otto Heinrich Jäger
definì «il più completo e armonioso
degli esercizi».
La Lotta è forza e resistenza, de-
strezza e astuzia - La lotta è nata con
l’uomo per necessità di sopravviven-
za o volontà di dominio, trasforman-
dosi poi in competizione agonistica
ed esercizio fisico tra i più efficaci,
praticata in ogni epoca e presso tutti
i popoli, in stili spesso assai diversi tra
loro nelle regole, nell’abbigliamento
e nel luogo di competizione. Esal-
tazione della forza, della resistenza,
della destrezza e dell’astuzia, la lotta
ha incessantemente ispirato artisti e
letterati, che si sono impegnati a ri-
cercarne l’origine nell’alone incanta-
to del mito. Dei, eroi e comuni mor-
tali hanno lottato senza posa tra loro,
con animali feroci e con giganteschi
mostri, mescolando la realtà con la
fantasia.
L’esercizio della lotta è radicato e
spontaneo, soprattutto nei bambini,
e Flavio Filostrato di Lemno ha scrit-
to che l’uomo è nato per lottare, per
fare a pugni e per correre [Sulla gin-
nastica].
La lotta agonistica venne praticata già
in tempi remoti, lasciandoci cospicue
testimonianze in Egitto, però fu in
Grecia che raggiunse il più alto livello
di perfezione e di notorietà. Non so-
lamente sovrani, condottieri, soldati
e popolani, ma anche medici, filosofi,
artisti e scrittori la tennero in gran-
dissima considerazione, stimandola
una scienza e un’arte, indispensabile
per formare sia il fisico che il caratte-
re. Non ci stupisce, perciò, che se ne
attribuisse l’invenzione a dei od eroi
quali Atena ed Ermes, Ercole e Teseo.
Secondo lo storico Plutarco di Chero-
nea [Questioni conviviali] l’esercizio
atletico più antico, che richiedeva la
maggiore astuzia, fu proprio la lotta
(pale, in greco), da cui derivò il ter-
mine palestra per indicare il luogo
di allenamento degli atleti. Per l’ate-
niese Senofonte, discepolo di Socra-
te, i Greci avevano sviluppato la loro
proverbiale astuzia grazie al costante
esercizio della lotta [Ciropedia].
La Lotta nell’arte e nella letteratu-
ra - La popolarità di cui godé la lotta
è dimostrata non solo dalla quanti-
tà di raffigurazioni artistiche e cita-
zioni letterarie, ma anche dalla sua
introduzione alle Olimpiadi nel 708
a.C., dopo 17 edizioni in cui si erano
disputate solo gare di corsa. Non a
caso la più antica opera d’arte che ci
è pervenuta sullo sport è una statuet-
ta sumera in rame di circa 5000 anni
fa, che raffigura proprio due lottatori
che eseguono prese alle cinture.
Senza dimenticare che la maggioran-
za delle 500 statue erette nel sacro
recinto di Olimpia effigiavano dei lot-
tatori.
La lotta fu spesso esaltata negli epini-
ci di Pindaro e Bacchilide e nei poemi
epici. La prima cronaca sportiva in cui
la lotta è protagonista risale a Omero,
che nel libro XXIII dell’Iliade descrisse
con viva passione e notevole sapien-
za tecnica il combattimento tra «l’im-
mane» Aiace Telamonio e «il saggio
maestro di frodi» Ulisse durante i gio-
chi funebri in onore di Patroclo.
Omero ha inserito «l’ostinata lotta»
anche nel libro VIII dell’Odissea, tra
le gare dei Feaci in onore di Ulisse. Il
principe Laodamante, incitando l’o-
spite a partecipare alle competizioni,
affermò: «Io non so per l’uom gloria
maggiore / che del piè con prodezza
e della mano, / mentre in vita riman,
poter valersi».
Gli ispirati versi di Omero concludo-
no degnamente questa brevissima
rassegna sulla lotta nell’antichità.
Sebbene mai trascurata nei seco-
li, la lotta rifiorì nella seconda metà
dell’Ottocento, quando fu regola-
mentata e quindi inserita stabilmente
nel programma delle moderne Olim-
piadi. Come sosteneva Claude-Eu-
gène Rossignol-Rollin, uno degli ar-
tefici del suo sviluppo in Europa: «La
vita è lotta. La lotta è vita».◆
Veduta dell’Aula Magna durante il convegno
STORIA