Athlon Settembre Ottobre

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filosofo tedesco Otto Heinrich Jäger

definì «il più completo e armonioso

degli esercizi».

La Lotta è forza e resistenza, de-

strezza e astuzia - La lotta è nata con

l’uomo per necessità di sopravviven-

za o volontà di dominio, trasforman-

dosi poi in competizione agonistica

ed esercizio fisico tra i più efficaci,

praticata in ogni epoca e presso tutti

i popoli, in stili spesso assai diversi tra

loro nelle regole, nell’abbigliamento

e nel luogo di competizione. Esal-

tazione della forza, della resistenza,

della destrezza e dell’astuzia, la lotta

ha incessantemente ispirato artisti e

letterati, che si sono impegnati a ri-

cercarne l’origine nell’alone incanta-

to del mito. Dei, eroi e comuni mor-

tali hanno lottato senza posa tra loro,

con animali feroci e con giganteschi

mostri, mescolando la realtà con la

fantasia.

L’esercizio della lotta è radicato e

spontaneo, soprattutto nei bambini,

e Flavio Filostrato di Lemno ha scrit-

to che l’uomo è nato per lottare, per

fare a pugni e per correre [Sulla gin-

nastica].

La lotta agonistica venne praticata già

in tempi remoti, lasciandoci cospicue

testimonianze in Egitto, però fu in

Grecia che raggiunse il più alto livello

di perfezione e di notorietà. Non so-

lamente sovrani, condottieri, soldati

e popolani, ma anche medici, filosofi,

artisti e scrittori la tennero in gran-

dissima considerazione, stimandola

una scienza e un’arte, indispensabile

per formare sia il fisico che il caratte-

re. Non ci stupisce, perciò, che se ne

attribuisse l’invenzione a dei od eroi

quali Atena ed Ermes, Ercole e Teseo.

Secondo lo storico Plutarco di Chero-

nea [Questioni conviviali] l’esercizio

atletico più antico, che richiedeva la

maggiore astuzia, fu proprio la lotta

(pale, in greco), da cui derivò il ter-

mine palestra per indicare il luogo

di allenamento degli atleti. Per l’ate-

niese Senofonte, discepolo di Socra-

te, i Greci avevano sviluppato la loro

proverbiale astuzia grazie al costante

esercizio della lotta [Ciropedia].

La Lotta nell’arte e nella letteratu-

ra - La popolarità di cui godé la lotta

è dimostrata non solo dalla quanti-

tà di raffigurazioni artistiche e cita-

zioni letterarie, ma anche dalla sua

introduzione alle Olimpiadi nel 708

a.C., dopo 17 edizioni in cui si erano

disputate solo gare di corsa. Non a

caso la più antica opera d’arte che ci

è pervenuta sullo sport è una statuet-

ta sumera in rame di circa 5000 anni

fa, che raffigura proprio due lottatori

che eseguono prese alle cinture.

Senza dimenticare che la maggioran-

za delle 500 statue erette nel sacro

recinto di Olimpia effigiavano dei lot-

tatori.

La lotta fu spesso esaltata negli epini-

ci di Pindaro e Bacchilide e nei poemi

epici. La prima cronaca sportiva in cui

la lotta è protagonista risale a Omero,

che nel libro XXIII dell’Iliade descrisse

con viva passione e notevole sapien-

za tecnica il combattimento tra «l’im-

mane» Aiace Telamonio e «il saggio

maestro di frodi» Ulisse durante i gio-

chi funebri in onore di Patroclo.

Omero ha inserito «l’ostinata lotta»

anche nel libro VIII dell’Odissea, tra

le gare dei Feaci in onore di Ulisse. Il

principe Laodamante, incitando l’o-

spite a partecipare alle competizioni,

affermò: «Io non so per l’uom gloria

maggiore / che del piè con prodezza

e della mano, / mentre in vita riman,

poter valersi».

Gli ispirati versi di Omero concludo-

no degnamente questa brevissima

rassegna sulla lotta nell’antichità.

Sebbene mai trascurata nei seco-

li, la lotta rifiorì nella seconda metà

dell’Ottocento, quando fu regola-

mentata e quindi inserita stabilmente

nel programma delle moderne Olim-

piadi. Come sosteneva Claude-Eu-

gène Rossignol-Rollin, uno degli ar-

tefici del suo sviluppo in Europa: «La

vita è lotta. La lotta è vita».◆

Veduta dell’Aula Magna durante il convegno

STORIA