16
IL RACCONTO SPORTIVO JU-JITSU
Ritorno alle origini tra Virtus e Ken Jutsu
Oltre 600 partecipanti allo Stage nazionale insegnati tecnici
di Giacomo Spartaco Bertoletti - foto di Francesco Della Manna
La firma storica della rivista Samurai è
stato testimone dello Stage nazionale
insegnati tecnici di Ostia, con oltre
600 partecipanti. Il suo racconto che
unisce cultura, tecnica e storia con una
spruzzata di Virtus e di Tao passando
dalla storia della spada giapponese, il ken
jutsu.L
o «Stage Nazionale insegnati
tecnici» è un evento impor-
tante per valutare de visu la
potenzialità del settore ju jit-
su, che punta in alto, sotto l’a-
la protettiva del presidente federale
Giovanni Morsiani e del consigliere
nonché presidente della Commissio-
ne nazionale ju jitsu Antonio Amoro-
si.
Grande partecipazione allo stage
nazionale a Ostia - «I fatti sono te-
stardi» scriveva George Bernard Shaw
(1856–1950) e quando sul parterre del
Centro Olimpico Matteo Pellicone di
Ostia si schierano oltre 600 tra ama-
tori e agonisti della disciplina, si può
asserire che «la via della cedevolez-
za» si sta svolgendo in armonia, come
sottolinea l’antica filosofia nipponica
che scandisce: «lavorare in letizia».
L’elenco dei docenti di rilievo, scelti
con cura dal componente della Com-
missione nazionale Mario dell’Aquila,
hanno dato un contributo professio-
nale di notevole valore sia per la di-
dattica che per la gestualità tecnica:
Paolo Oleari (judo) e Gino Nosi (ka-
rate). A seguire difesa personale con
Mario Dell’Aquila e Giuseppe Piero
Di Paola, mentre per la metodolo-
gia e parte pratica Letizia Fioravanti.
Si sono anche approfonditi i regola-
menti di gara con il supporto di Lello
De Gennaro.
Quando sei presente a un seminario
di questa portata si ritrovano tan-
ti amici: un amico è qualcuno che ti
conosce molto bene e nonostan-
te questo continua a frequentarti,
perché l’amicizia raddoppia la gioia
e divide in due la sofferenza. E visto
che trattiamo un’arte-sport orientale
dobbiamo ricordare che «la sofferen-
za migliora lo spirito». È vero che noi
gaijin (barbari occidentali) abbiamo
scelto la via del «do» e del «tao», di-
menticando la Virtus romana.
Il parallelismo tra Virtus e Tao - La
Virtus, che significa forza virile, era la
forza che spingeva le legioni a dare la
vita per la patria, se necessario, sen-
za sperare in nulla se non nell’onore
del ricordo. La Virtus era una convin-
zione, un’immagine di sé, in cui ci si
abituava a credere ciecamente, fin
da bambini. Si apprendeva dai padri,
che a loro volta l’avevano appresa dai
loro padri. Chi la possedeva sapeva
che nessun ostacolo era insuperabi-
le, nessuna prova troppo ardua, nes-
sun sacrificio troppo alto, nemmeno
quello della vita. E solo chi possedeva
la virtus poteva reggere il peso della
disciplina, lo spirito che tiene insieme
i combattenti, che ne faceva un bloc-
co unico, un macigno.
Per gli orientali, cinesi in particola-
re, c’è il tao o dao, il concetto della
meditazione. Ed è in virtù di questa
meditazione che i guru, come certi
monaci, riescono a stare in posizione
universale per ore, come se fossero
senza peso. Il tao o dao è un concet-
to filosofico complesso. Secondo le
loro teorie, la natura non ha fine né
intenzione ma è pervasa da una forza
intrinseca che la governa e la informa
di sé. Il tao o dao è questa anima uni-
versale che pervade il cosmo, la terra
e anche il modo di essere del genere
umano. L’uomo che percepisce il dao
se ne fa veicolo e portatore e rinuncia
a piegare il flusso degli eventi con la
forza, ma vi si abbandona lasciando-
sene pervadere.
Come si potrebbe far coincidere que-
sti concetti: Virtus romana, do e tao o
dao? Esiste una frase latina faber est
suae quisque fortunae che significa
«ognuno è costruttore del proprio
destino». Ed è giusto che nella pra-
tica ciascuno adotti l’atteggiamento
che più gli confà.
Lunga e ardua è la via! Nonostante
tutto c’è ancora spazio e futuro per
chi vuole insegnare e imparare, oltre
la tecnica, il concetto di cultura.
Salterò a piè pari, la parte del ju jitsu
a mani nude, mentre mi soffermerò
sul concetto della spada giapponese:
ni-honto, il ken jutsu e il gekken (la
scherma).